Quando si parla di materiali per l’architettura e il design, la sostenibilità è un tema sempre più centrale. Ma siamo sicuri di sapere quali materiali abbiano davvero il minor impatto ambientale?
Durante Marmomac 2024, l’ingegnera Claudia Chiappino ha presentato uno studio commissionato da PNA Pietra Autentica Naturale, basato sull’Analisi del Ciclo di Vita (LCA), confrontando pietra naturale e altri materiali come la ceramica. Il risultato? Le lastre in pietra naturale hanno un’impronta ambientale nettamente inferiore rispetto a quelle in ceramica. Un dato che sfata molti luoghi comuni e dimostra come l’impatto visivo delle cave sia solo una percezione, mentre il vero peso ambientale risiede altrove.
L’evento è iniziato con una riflessione sulla definizione di sostenibilità, così come riportata dalla Treccani: un concetto in costante evoluzione, che implica responsabilità e adattamento.
Nel dibattito tra pietra e ceramica, spesso si pensa che la prima abbia un impatto maggiore perché le cave alterano il paesaggio. Tuttavia, ciò che sfugge a molti è che l’impatto visivo non è sinonimo di impatto ambientale. Se si analizzano i dati reali, emerge che la produzione di ceramica richiede un consumo energetico e di risorse molto superiore rispetto alla lavorazione della pietra naturale.
Lo studio presentato a Marmomac ha messo a confronto i processi produttivi delle lastre in pietra naturale e delle piastrelle in ceramica, prendendo in considerazione trasporto, consumo energetico e gestione degli scarti. Ecco i dati più significativi:
L’elemento che pesa maggiormente nell’impronta ambientale complessiva di entrambi i materiali è il trasporto. Tuttavia, mentre le aziende lapidee italiane operano in territori dove estrazione e lavorazione sono spesso integrate, il settore ceramico necessita di trasportare grandi quantità di materie prime (argille e minerali) verso gli impianti produttivi, aumentando il consumo di carburante e le emissioni di CO₂.
L’energia utilizzata per la lavorazione dei materiali è un parametro chiave nell’LCA.
Questo divario si deve al fatto che la ceramica necessita di un processo di cottura a temperature superiori ai 1.200°C, mentre la pietra viene lavorata principalmente con taglio e finitura, operazioni meccaniche a consumo energetico molto più basso.
Uno dei punti più interessanti dello studio riguarda la gestione dei rifiuti di produzione.
In questo contesto, il Consorzio Marmisti della Valpantena è un esempio virtuoso: grazie all’impiego dei limi di lavorazione per il recupero ambientale delle cave, il territorio viene restituito alla natura in modo sostenibile, evitando accumuli di rifiuti e creando un ciclo produttivo circolare.
L’Italia è il primo Paese ad aver sviluppato un EPD (Environmental Product Declaration) per il settore lapideo. Si tratta di una certificazione ambientale riconosciuta a livello internazionale, che fornisce un metodo di valutazione trasparente e comparabile per misurare l’impatto ambientale di un materiale lungo tutto il suo ciclo di vita.
Questo rappresenta un vantaggio competitivo per il nostro settore, ma anche una responsabilità: la sfida per il futuro è definire un EPD globale entro il 2026, per permettere una valutazione standardizzata e confrontabile su scala internazionale.
Oltre ai numeri e ai dati scientifici, la ricerca presentata a Marmomac ha evidenziato un punto fondamentale: la pietra naturale non è solo un materiale, ma un simbolo di durabilità, benessere e bellezza autentica.
Viviamo un’epoca in cui il concetto di abitare sta cambiando rapidamente. Oggi le persone cercano materiali che garantiscano comfort, longevità e un impatto ambientale ridotto. La pietra naturale risponde perfettamente a queste esigenze, offrendo soluzioni estetiche ed ecosostenibili per l’architettura e il design.
La sostenibilità della pietra naturale si traduce in benessere, qualità e valore nel tempo.
L’Analisi del Ciclo di Vita dimostra che la pietra naturale ha un impatto ambientale inferiore rispetto alla ceramica. Grazie al minor consumo energetico, al recupero degli scarti e alla maggiore durabilità, la pietra rappresenta una scelta più responsabile e sostenibile per architetti, designer e costruttori.
La sfida ora è portare avanti questa consapevolezza e valorizzare il nostro patrimonio lapideo, facendo conoscere la vera sostenibilità della pietra naturale al mondo intero.
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Fonte: Life Cycle Assessment (LCA) dalla produzione italiana e internazionale di lastre in pietra naturale, Torino, Settembre 2024.
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